lunedì 6 ottobre 2008

Mancato riscontro nota prot. 9893 del 12 agosto 2008 a firma dei consiglieri

I consiglieri comunali del gruppo “Sempre Calatabiano” in data 12 agosto 2008 hanno presentato al protocollo comunale una interrogazione avente ad oggetto: “uffici dell’Amministrazione del Lavoro, interrogazione”, in merito al recesso del rapporto di locazione relativo all’immobile sito in Via Piave n. 27, condotto in locazione da questo Comune ed utilizzato quale sezione dell’Ufficio di Collocamento.

L’interrogazione finalizzata a porre alcuni importanti quesiti sulla vicenda , voleva sensibilizzare il Sindaco su una decisione così importante per i nostri concittadini che, da sempre hanno ricevuto questo servizio.

Riteniamo che l’interesse dell’Amministrazione deve tendere a migliorare i servizi ai cittadini, talché il sindaco avrebbe dovuto, giustamente richiedere e/o concordare con l’Amministrazione Provinciale del Lavoro, una implementazione dei servizi attraverso l’apertura quotidiana degli uffici, affinché le risorse finanziarie di questo Comune si tramutassero in maggiori servizi per gli utenti.

La problematica è stata oggetto di discussione durante i lavori del Consiglio Comunale del 29.09.2008, dove il sindaco ribadiva la volontà di recedere dal contratto di locazione e di conseguenza chiudere l’ufficio di collocamento, producendosi in illazioni quali: “ …so io a cosa serve quell’ufficio….” e, sollecitato da un consigliere a dichiarare apertamente cosa intendesse dire, rispondeva: “…non lo posso dire qua lo dirò in altra sede….”. Queste affermazioni ci fanno venire in mente un proverbio siciliano che così recita “ u lupu di mala cuscienza comu fa accussì pensa”. Ebbene, mai ci saremmo aspettati che un Organo Istituzionale così importante, in pubblico consesso, mantenesse un comportamento così leggero e irrispettoso per le allusioni fatte e omertoso per non aver detto chiaramente ciò a cui alludeva. Siamo profondamente indignati per il “modus operandi” di questa amministrazione e ci preme sottolineare che siamo distanti anni luce da questi metodi.
Le nostre richieste, avanzate con la nota di cui in oggetto, erano finalizzate solo a che l’Amministrazione instaurasse con l’U.P.L.M.O. un rapporto proficuo che conducesse alla decisione di aumentare l’apertura degli uffici per migliorare i servizi agli utenti.

Prendiamo atto che, le nostre proposte non sono state accolte, ma non ci rassegniamo a questa decisione sciagurata per la nostra comunità che sotto le mentite spoglie di tagliare le spese improduttive, cela chissà quale obiettivo.

Facciamo rilevare che non è la prima volta che il sindaco, contravvenendo a quanto stabilito dall’art. 43, comma 3, del D.L:gs. 267/200e dall’art. 18, 3 comma, del Regolamento del Consiglio Comunale, non risponde nei termini previsti ad interrogazioni poste dai consiglieri comunali.

Pertanto la diffidiamo a voler provvedere a quanto previsto per legge e a non tergiversare oltre.